Concerto Sinfonico

TEATRO CHIABRERA DI SAVONA
Sabato 28 ottobre, ore 21.00

 

CONCERTO SINFONICO
ORCHESTRA DEL TEATRO GOLDONI DI LIVORNO

Direttore Filippo Conti

Violino Solista Lodovico Parravicini

Programma

Romeo e Giulietta
Ouverture Fantasia in si minore (1869)

Andante non tanto quasi moderato
Allegro giusto

W.A. Mozart
Violin Concerto kv 218

INTERVALLO

da Lo schiaccianoci (1891) op 71a
Suite dal balletto (1892)
Ouverture-miniature”, in si bemolle maggiore

Allegro giusto

Danze caratteristiche:

Marcia, in sol maggiore, Tempo di marcia viva
Danza della Fata dei Confetti, in mi minore, Andante non troppo
Danza russa, in sol maggiore, Tempo di Trepak, Molto vivace
Danza araba, in sol minore, Allegro
Danza cinese, in si bemolle maggiore, Tempo moderato
Danza dei mirlitons, in re maggiore
Valzer dei fiori, in re maggiore, Tempo di Valse

 

L’idea dell’Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta prese corpo negli anni Sessanta dell’Ottocento grazie alla frequentazione di Čajkovskij con Balakirev. Fu lui a suggerire all’amico di ispirarsi al dramma shakespeariano, fornendogli consigli e un piano dettagliato per programma extramusicale da seguire.
Indicata come “Ouverture fantastica”, Romeo e Giulietta ha la struttura di un poema sinfonico in Forma-sonata con un’introduzione e un epilogo.
Fu eseguita per la prima volta a Mosca il 16 marzo 1870 con la direzione di Rubinštejn ma ebbe un’accoglienza piuttosto fredda da parte del pubblico. Fu ancora Balakirev a convincere Čajkovskij a rielaborarla modificandone l’introduzione, parte dello sviluppo e la conclusione. Nel 1880, poi, ne riscrisse l’epilogo. In questa versione, fu eseguita, per la prima volta, a Tiflis il 1° maggio 1886.
La versione risente dell’influenza di compositori di Liszt e Glinka oltre che dello stesso Balakirev e il Russo vi conciliò tre elementi caratteristici del proprio stile: il rigore formale, l’accentuazione dei contrasti tematici, l’impiego della grande orchestra. I temi shakespeariani utilizzati fanno riferimento alla figura di Frate Lorenzo, al primo incontro della coppia e alla celebre scena del balcone.

Il soggetto de Lo Schiaccianoci venne proposto a Čajkovskij da Vsevolozskijj, allora direttore dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, che voleva aggiungere al repertorio del teatro un altro grande ballo, beneficiando del felice connubio artistico tra Čajkovskij con il coreografo Marius Petipa.
Il soggetto risale a un racconto di Hoffmann, nella riduzione francese di Alexandre Dumas padre. Sebbene inizialmente Čajkovskij non sembrò entusiasmarsi per una proposta che riteneva priva del necessario vigore drammatico Lo Schiaccianoci è ritenuto uno dei capolavori della musica per l’infanzia.
Ultimato nel luglio del 1891, prima di cominciare l’orchestrazione, Čajkovskij decise di estrapolarne alcuni numeri per una Suite sinfonica cui lavorò tra il gennaio e il febbraio del 1892, per inserirla in un concerto da lui diretto e che si sarebbe tenuto nel teatro Marijnskij di San Pietroburgo.
La Suite, pubblicata da Jurgenson nel 1892 con il numero d’opus 71a, si compone di otto brani dei quali i primi due sono tratti dal primo atto e gli altri sei dal secondo.