Trama


Aliosa Aisemberg

La nuova opera di Alberto Cara nasce da un progetto congiunto di Opera Giocosa di Savona e Teatro Comunale di Modena con lo scopo di dare rilievo ai compositori italiani e stimolare la produzione di nuove opere da un lato, e dell’altro di avvicinare il pubblico dei ragazzi e delle famiglie al teatro d’opera e alla sua tradizione. L’opera nasce nel contesto di una collaborazione internazionale con il Festival Bartók di Miskolc, in Ungheria, dove sarà rappresentata nel 2020. Alberto Cara, giovane compositore di prestigio nazionale, ha scritto musica sinfonica, operistica e da camera eseguita in Italia e all’estero. Fra i suoi lavori si ricordano Il colore di Cenerentola, fiaba metropolitana in Quattro scene (2007) rappresentate nelle stagioni per ragazzi al Teatro Regio di Torino e al Teatro Comunale di Bologna. Nel 2015, i Pomeriggi Musicali di Milano hanno eseguito su commissione il brano sinfonico Ottavia, città sospesa sull'abisso, ispirato a Le città invisibili di Italo Calvino. L’opera è liberamente ispirata a La notte di Natale di Gogol’, autore classico della letteratura russa considerato un precursore del 'realismo magico'. La vicenda è ambientata nel nostre tempo, il giorno di Natale, in una cittadina della provincia industriale di una località indefinita, dove l'amorevole poesia del Natale di una tramontata semplicità rurale viene sfigurata dalla sua moderna visione consumistica. Da quanto il Diavolo ha rubato la luna dal povero e semplice sobborgo, la sua piazza principale si è trasformata in un centro commerciale. L'amore e i sacrifici del giovane Nikolaj, attraverso un impossibile viaggio nel tempo per recuperare le scarpe dell'ultima zarina di Russia, trasformeranno la viziata Ocsana in una ragazza amorevole e il vecchio spirito della festa verrà ripristinato. Il racconto, dominato dal realismo magico tipico dell’autore, ha ispirato opere liriche di Cajkovskij e Rimskij-Korsakov, pellicole cinematografiche e film d'animazione.
Alberto Cara, Stefano Simone Pintor

 

Personaggi
Il diavolo (B) – La Straga (Ms) – Il fabbro (T) , Ocsana/ La zarina (S) – Coro di voci biache

 

Prologo
La notte di Natale, in una graziosa cittadina della provincia ucraina. Lo spirito della festa pervade il paesino, rendendo magico ogni angolo. Sulla scena giungono il Diavolo e una strega di nome Soloca che, approfittando delle strade deserte, si mettono a flirtare e a scherzare come due innamorati un po’ alticci. Quindi, dopo aver notato una grande Luna in cielo, decidono di rubarla. Dopo esser saltati a cavallo della scopa di lei, i due riescono a sgraffignare il corpo celeste, facendo calare le tenebre su tutto.

Scena I
Qualche anno dopo. Gli spazi della cittadina di prima sono stati depredati da un enorme centro commerciale. Lo spirito del Natale appare ora forzato: molti manifesti pubblicitari illuminano la notte al posto della Luna, ormai scomparsa e dimenticata da tempo. All’interno del mall, ai piedi di una montagna di regali, vi è Ocsana, la bella figlia del proprietario del centro commerciale. La giovane è intenta ad aprire decine di doni e a provarsi vestiti e scarpe mentre si bea della propria bellezza. Giunge Nikolaj, operaio al centro di smistamento spedizioni del paese e artista di strada. Il ragazzo, innamorato di lei da sempre, tenta timidamente di dichiararsi. Ocsana lo irride, promettendogli che lo sposerà solo se lui sarà in grado di portarle in dono le scarpette dell’ultima Zarina di Russia, vissuta un secolo e mezzo prima. Orgoglioso, Nikolaj esce, giurando di portarle il dono o piuttosto di morire nella prova. Mentre lo osserva allontanarsi, Ocsana appare ammirata da quel temperamento forte.
Vagando per strada, al culmine della sopportazione per quella follia dilagante che sembra esser diventato il Natale, Nikolaj comincia a realizzare un graffito raffigurante un demonio intrappolato dentro a una scatola regalo. In quella, sbucando dall’oscurità, fa la propria apparizione il Diavolo in persona. Irritato da quel soggetto, il Diavolo tenta di rovinargli l’opera, ma il ragazzo riesce ugualmente a portarla a termine e a fuggire nella notte.

Scena II
All’interno del centro di smistamento, la strega Soloca è intenta a sostituire i regali dei bambini contenuti nei pacchi con carbone o con altri giocattoli mostruosi. Appare il Diavolo, teletrasportatosi là dove sa che a breve giungerà Nikolaj. Nel vedere le malefatte dell’amica, che ignora essere la madre dello stesso Nikolaj, il Diavolo si ringalluzzisce e comincia a cantarle tutto il suo amore. Quindi, per non farsi trovare dal ragazzo, a cui vuole tendere un brutto scherzo, il demonio si nasconde in un sacco.
Entra il giovane, disperato per la sua fresca delusione amorosa. Preoccupata per la presenza del Diavolo, Soloca non sa come consolarlo e si dimostra fredda con lui.
Sentendosi respinto da tutti, Nikolaj decide di ributtarsi nel lavoro, l’unica cosa per cui si senta apprezzato al mondo. Caricatosi sulle spalle proprio il sacco contenente il Diavolo, Nikolaj fa per uscire. Soloca fa giusto in tempo a offrire al figlio una fiaschetta di acquavite (contenente in realtà acqua benedetta) per scaldarsi in quella fredda notte.

Scena III
Di nuovo solo nella strada buia e fredda, Nikolaj tracanna l’acquavite della madre in un solo sorso, per dimenticare. Quindi, disperato e convinto di non poter soddisfare la folle richiesta di Ocsana, sale sul parapetto d’un alto ponte per gettarsi nel fiume di sotto con il sacco legato ai piedi. In quella fuoriesce il Diavolo dal sacco, proponendogli La notte di Natale uno scambio: egli lo aiuterà a tornare indietro nel tempo e a conquistare le scarpette della Zarina, ma in cambio si prenderà la sua anima. Il giovane accetta. Nello stringersi vicendevolmente la mano, tuttavia, il demonio si fa debole e mansueto, evidentemente per via di qualche sortilegio ordito da quella stregaccia di sua madre. Ignorando le ragioni di quegli strani accadimenti, Nikolaj salta comunque in groppa al Diavolo ormai addomesticato e gli ordina di portarlo dalla Zarina. I due spariscono in un soffio di vento.

Scena IV
San Pietroburgo, verso la fine del XIX secolo. Nikolaj e il Diavolo, travestiti da cosacchi dell’Ottocento, compaiono nell’appartamento privato della Zarina. Dopo un primo moto di sorpresa, la Zarina, ascoltata la pietosa storia del ragazzo, si commuove per i suoi travolgenti sentimenti e decide di donargli un paio delle sue preziose scarpette.
Allo stesso tempo ammonisce il giovane su questa sua passione: Nikolaj potrà anche vincere la mano di Ocsana con questo dono, ma non potrà mai avere il suo superficiale cuore poiché – come lei sa fin troppo bene – l’amore non si può comprare nemmeno con tutte le ricchezze del mondo. Dopo aver ringraziato, felice ma anche turbato, Nikolaj smette il suo travestimento e, salito in groppa al demonio, scompare fra le grida incredule della Zarina.

Finale
È ormai quasi mattina quando Nikolaj e il Diavolo fanno il loro ritorno dal viaggio temporale, atterrando proprio fuori dal centro commerciale. Il giovane vorrebbe correre da Ocsana prima dell’alba per adempiere al suo compito, ma è titubante.
Per farsi coraggio prende la boccetta di acquavite, ma scopre che non ve n’è rimasto neppure un goccio. Notando la cosa, il Diavolo ne approfitta per bloccare il giovane con la forza, consapevole che nulla potrà ormai fermarlo. Nikolaj tenta di divincolarsi dalla morsa, ma ha sempre meno forze e sente l’anima indebolirsi. In quella giunge la madre Soloca, nelle sue vesti da strega, rivelando per la prima volta la propria doppia natura al figlio. Senza paura alcuna, la strega intima con forza al Diavolo di lasciare Nikolaj o non potrà mai più beneficiare della sua “dolce” compagnia. Di fronte a tanta furia di donna e madre, il demonio si fa mansueto e lascia andare Nikolaj. Richiamata da tanto clamore, esce Ocsana. Nel vedere il dono, la giovane appare come stregata. Ignorando completamente il ragazzo, Ocsana si precipita invece sul pacco regalo e inizia ad aprirlo forsennatamente. Tuttavia, proprio in quell’istante giunge Soloca, sfrecciando in cielo a cavallo della propria scopa. In un attimo la strega libera nuovamente la Luna. Come se fosse stata finalmente liberata da un incantesimo, la ragazza lascia cadere il pacchetto e si rivolge ora a Nikolaj. Mentre intorno a loro il centro commerciale svanisce per lasciare spazio al rigoglioso albero addobbato di inizio opera e all’antico spirito del Natale perduto, Nikolaj e Ocsana si baciano, suggellando per sempre il loro amore.