La Voix Humaine – La Dame De Montecarlo
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FORTEZZA DEL PRIAMÀR DI SAVONA
Sabato 15 luglio, ore 21.30
LA VOIX HUMAINE / LA DAME DE MONTECARLO
Testo di Jean Cocteau
Musica di Francis Poulenc
Interprete Diana Lamar
Direttore Matteo Beltrami
Regia Renata Scotto
Regista collaboratore Renato Bonajuto
Scene Lorenzo Trucco
Costumi Artemio Cabassi
Luci Andrea Tocchio
ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO
Coproduzione con la fondazione orchestra sinfonica di Sanremo
Nuovo allestimento
«La folla è sedotta dalla menzogna; è delusa, invece, dalla verità troppo semplice, troppo nuda, troppo poco indecente». Questa frase di Jean Cocteau (1889-1963), tratta dal saggio del 1918 Le Coq et l’Arlequin, imperniato sull’estetica del Gruppo dei Sei e dedicato a uno dei suoi membri, George Auric, racconta in qualche modo (e solo in parte) il senso della collaborazione tra Cocteau e Francis Poulenc (1899-1963) in cui sovversione e tensione al semplice (mai confondibile con “povero”) furono gli ingredienti capaci di raccontare come pochi altri hanno fatto la società contemporanea, la sua solitudine e la sua impossibilità di ospitare un’apertura al dialogo.
Questi elementi sono alla base di due pagine del “duo” Poulenc-Cocteau, dedicate alla voce femminile, La Dame de Monte-Carlo e La voix humaine.
La Dame de Monte-Carlo è un monologo composto nell’aprile del 1961 su una poesia di Cocteau. Andò in scena per la prima volta a Montecarlo nello stesso anno della sua composizione e, il 5 dicembre successivo, debuttò al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi con Denise Duval (a cui era dedicata) e l’Orchestra Nazionale di Francia diretta da Georges Prêtre.
L’icastico incipit, “Quand on est morte entre les mortes”, mette immediatamente lo spettatore a contatto con la disperazione della protagonista che, rovinatasi al tavolo da gioco, evoca le immagini tormentose dei molti visi falsi incontrati al casino e le mette in relazione con la calma delle acque del Mediterraneo in cui, perduta ogni ragione di vita, sogna di abbandonarsi.
Ancora per alle straordinarie doti interpretative di Denise Duval è dedicata la tragédie lyrique in un atto La voix humaine. Basata sull’omonima pièce di Cocteau, fu scritta nel 1958 e andò in scena per la prima volta, con la Duval e la direzione di Prêtre, alla Salle Favart del Théâtre National de l’Opéra-Comique di Parigi, il 6 febbraio 1959. La prima italiana ebbe luogo alla Piccola Scala il 18 febbraio successivo con Denise Duval diretta da Nino Sanzogno.
In circa quaranta minuti, l’opera mette in scena l’estenuante telefonata di una donna, Elle (il personaggio è indicato semplicemente come “Lei”), che parla con l’ex amante. La chiamata è disturbata da interruzioni e interferenze: lui ha telefonato per accordarsi e andare a prendere i suoi abiti e il suo cane rimasti da lei e lei, aggrappata all’ultima speranza di riconquistarlo, attraversa dolorosamente tutti gli stadi della follia amorosa: cerca di riconquistarlo, ricorda i momenti felici trascorsi insieme, fa ammenda delle sue colpe, lo attacca, piange… dilaniata dal dolore, comprende infine che l’uomo non è più solo, scopre che deve recarsi a Marsiglia e lo implora di non alloggiare nello stesso albergo che li aveva visti felici insieme. Ogni parola è vana e, lentamente, la telefonata della quale il pubblico sente soltanto le parole di Elle, vira verso un epilogo tragico.
Grande prova di bravura per l’interprete, a questa pagina di Cocteau hanno dato vita le più grandi attrici di tutti i tempi e, nella versione musicata da Poulenc, La voix humaine rappresenta un importante banco di prova per qualsiasi cantante, chiamata a trasmettere il vuoto e l’incompiutezza di uno pseudodialogo in cui regna l’incomunicabilità.